Tradizioni vercellesi: la Processione delle Macchine

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La Processione delle Macchine: la tradizione a Vercelli

La Processione delle Macchine

Per chi non conosce le tradizioni di Vercelli, sentire parlare di Processione delle Macchine può fare pensare ad un autoraduno. Il termine Macchina non fa riferimento a qualcosa che funziona con ingranaggi, ma bensì ad una statua di legno. Questa statua la sera del Venerdì Santo va in processione per le vie della città, illuminate solo dalla fiaccole. Tutto ciò organizzato dai componenti delle antiche confraternite eusebiane con i loro costumi tipici.

La Processione delle Macchine

La Processione delle Macchine – Foto Andrea Cherchi.

La storia della Processione delle Macchine

Il rito si tramanda dalla seconda metà del XVII secolo, quando il vescovo Michelangelo Broglia istituì la processione del Venerdì Santo. Alle origini della tradizione ogni confraternita possedeva una propria macchina realizzata appositamente per la processione del Giovedì Santo. La macchina indica un gruppo statuario che rappresenta un momento della Passione di Cristo. Originariamente il termine si riferiva alla barella per trasportare gli infermi, poi alla portantina. Ancora successivamente al basamento su cui veniva appoggiata la statua fino ad arrivare ad indicare l’intera struttura. Prima del 1759 ogni Confraternita portava in processione la propria statua. La sera del Giovedì Santo del 1759 si ebbe per la prima volta il cambio dei confratelli per portare i gruppi scultorei. Nel 1825 la Compagnia del Santissimo Crocifisso diede vita ad una processione autonoma con la quale portarono il Crocifisso la sera del Venerdì Santo. Nel 1833, l’allora vescovo Alessandro D’Angennes decise di riunire le due processioni in una sola che si sarebbe tenuta la sera del Venerdì Santo. Tradizione che è stata tramandata fino ad oggi.

Una delle confraternite della Processione delle Macchine

Una delle confraternite della Processione delle Macchine

Che cosa rappresentano le Macchine?

Come detto, ogni confraternita ha una Macchina. Quella di Santa Caterina rappresenta Gesù nell’orto degli ulivi, quella di San Sebastiano Gesù alla colonna, quella di San Bernardino L’incoronazione di spine. Poi ancora quella del Santo Spirito L’Addolorata, La Flagellazione e Gesù morto, quella di Sant’Anna l’Ecce Homo, quella di Sant’Antonio Abate Gesù sulla croce. Poi c’è anche La Crocifissione, custodita in cattedrale. La macchina più antica, oltre che la più pesante da trasportare, è quella di Gesù nell’orto degli ulivi, di cui non si conosce l’autore ed è datata intorno al 1740, seguita da Gesù sulla croce esistente prima del 1759. La più recente, invece, è L’Addolarata affettuosamente chiamata Madonna tremolina perché, più leggera delle altre dà spesso la sensazione di oscillare e tremare durante il tragitto. La macchina forse più celebre è quella dell’Incoronazione di spine.

Un momento della Processione Delle Macchine

Un momento della Processione Delle Macchine

Aneddoti legati alle Macchine

Ancora oggi, per definire una persona malvagia lo si accosta all’immagine del Giudeo di San Bernardino, e alle persone non attraenti è capitato di ricevere una scherzosa missiva in cui sono invitati, causa rottura della statua a prenderne il posto. Fino all’inizio del 2000, inoltre, i confratelli di San Bernardino, partecipavano alla Processione incappucciati, scandendo la marcia con colpi di bastone. Questo perché, anticamente, la confraternita accompagnava e sosteneva i condannati a morte nel loro ultimo viaggio. Nella confraternita di via Duomo si custodisce ancora il cappio usato per l’ultima esecuzione capitale a Vercelli.

Per la foto di copertina si ringrazia Andrea Cherchi.

La Processione delle Macchine: la tradizione a Vercelli ultima modifica: 2018-11-12T10:18:25+01:00 da Deborah Villarboito

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