Principato di Lucedio: la storia, l'occulto e i tempi moderni

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CHIESE EDIFICI STORICI MITI E LEGGENDE

Lucedio: i misteri vercellesi arrivati in TV

Pochi anni fa, Mistero – nota trasmissione di Italia Uno – si è interessata di Lucedio, della sua abbazia e dei misteri che la avvolgono. Per i vercellesi è cosa ben nota: già da ragazzini si è a conoscenza del Principato di Lucedio, dei suoi misteri e delle sue leggende. Esorcismi, mummie, Spartito del Diavolo. Elementi che hanno interessato anche il programma televisivo di Mediaset, i cui presentatori sono venuti a Vercelli per indagare. Per quanto tutti questi elementi misteriosi possano attirare l’attenzione dei cittadini vercellesi e non, il Principato di Lucedio e la sua abbazia sono molto di più.

Un po’ di storia di Lucedio

Il principato di Lucedio ha alle spalle una storia antica e molto interessante. La campagna che collega Trino e Vercelli, nel lontano XII secolo, era incolta e scenario di zone paludose. Essendo un’area che avrebbe potuto offrire grandi possibilità economiche e politiche, il marchese Rainero del Monferrato donò questa zona ai monaci cistercensi, provenienti dalla Francia (precisamente da La Ferté), che fondarono l’Abbazia di Lucedio nel 1123. Rimboccandosi le maniche, i monaci bonificarono questa zona, incanalando i corsi d’acqua delle vicinanze e coltivando il riso. Fu proprio grazie a questo lavoro rivoluzionario per la zona che la coltivazione del riso si diffuse nel vercellese, fino a far diventare Vercelli e la sua provincia la Capitale Europea del Riso. Le risaie sono, infatti, una particolarità di questo territorio e sono chiamate da tutti come il mare a quadretti di Vercelli.

I monaci e l’inizio della leggenda

I monaci di Lucedio non sono ricordati solo per la coltivazione del riso. Infatti, ci sono stati degli eventi terribili che li coinvolsero: pare che nel 1864, fu evocata una presenza malvagia in un cimitero vicino all’abbazia. Coloro che praticarono la magia nera, i cosiddetti incantatori, presero il controllo del demone. A sua volta si impossessò delle menti dei monaci. Ormai soggiogati, questi monaci operarono soprusi e abusarono del loro  potere sui loro confratelli.

La colonna che “piange”

Da questo periodo buio deriva la leggenda della colonna che piange. Infatti si dice che questa colonna fosse testimone degli orrori che i monaci erano costretti a subire ad opera del maligno. Sofferente, la colonna “piangeva” per i monaci: gocce d’acqua sgorgavano dalla sua cima in granito, riempiendo il pavimento della sala. Dietro questo fenomeno c’è una spiegazione razionale, e il problema delle infiltrazioni è stato risolto.

Lo Spartito del Diavolo

La colonna non è l’unica protagonista della leggenda che avvolge l’abbazia di Lucedio. A poca distanza dall’abbazia c’è una piccola chiesetta, ormai sconsacrata: la chiesa della Madonna delle Vigne. Questa chiesa custodisce lo Spartito del Diavolo che, se suonato in un certo modo, libererebbe il demone che aveva già soggiogato i monaci. Lo Spartito è visibile perché affrescato su una delle pareti. Questa chiesa è stata anche vittima di devastazioni e raduni di sette sataniche, non solo italiane. Ormai giace abbandonata, ma è facilmente raggiungibile.

Il Principato di Lucedio oggi

Lasciandoci alle spalle la storia e la leggenda che sono parte fondamentale di questo luogo, il Principato di Lucedio al giorno d’oggi è una meta culturale e caratteristica. È situata nel mezzo di un paesaggio molto suggestivo, soprattutto durante il periodo della crescita e del taglio del riso. Offre visite guidate e la possibilità di gustare incredibili risotti nel ristorante al suo interno. Non solo: è scenario di tantissimi matrimoni. Se si è di passaggio nel vercellese, sarebbe un peccato farsi scappare l’occasione di visitare un posto davvero bello e ben tenuto. Tutte le informazioni per le visite guidate sono reperibili sul sito del Principato di Lucedio.

Lucedio: i misteri vercellesi arrivati in TV ultima modifica: 2018-11-07T09:43:23+01:00 da Stefania Filice

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