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ARTE STORIA

La chiesa di Santa Maria Maggiore, il luogo di culto dei Gesuiti

S Maria Maggiore

Il panorama dell’arte medievale vercellese conta molte presenze illustri ma allo stesso tempo molte perdite dolorose. Non stiamo parlando di anfiteatri romani o di ospedali abbandonati come la Bertagnetta ma della chiesa di Santa Maria Maggiore. La costruzione fu iniziata nel 1741 alla presenza del padre dei Gesuiti Francesco Retz su un progetto di Filippo Juvarra. Nel 1777 venne abbattuta per poi ritornare in piena funzione nel Nocevento ma la chiesa ha origini antichissime che risalgono al XII secolo: venne infatti consacrata da papa Eugenio III.

interno della chiesa
L’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore. Foto cittaecattedrali.it

Oggi, come nell’antica Vercelli, l’edificio si affaccia al centro di via Duomo e si erge sul fianco sinistro del liceo classico. Questa strada conduce alla Cattedrale di Sant’Eusebio passando da Palazzo Pasta, Palazzo Caron, chiesa di San Bernardino, i due palazzi degli Avogadro, Palazzo Berzetti e Palazzo Mella.

il centro di vercelli
Veduta dall’alto del Duomo di Vercelli. Foto Vercelli Oggi.

Come testimoniano questi illustri palazzi d’epoca, via Duomo rappresentava una delle arterie più importanti dell’antica Vercelli romana. La strada nasce all’angolo di Palazzo Pasta, a pochi passi dall’ex ghetto ebraico mentre il retro dell’edificio si affaccia sulla piazza dell’ex Castello Visconteo.

un vecchio disegno della chiesa
Facciata dell’antica chiesa di Santa Maria Maggiore. Disegno dell’800 di Edoardo Arborio Mella. Fonte “L’architettura romanica nel Vercellese” di Paolo Verzone.

L’abbattimento della basilica

La chiesa era ricca di opere d’arte: mosaici, sculture, pitture e resti antichissimi vennero alla luce al momento dell’abbattimento. Qualcosa riuscì a salvarsi come il portale della chiesa, conservato nel giardino di Casa Gattinara in via Piero Lucca 10. Venne salvato grazie alle cure del marchese Mercurino Francesco Arborio di Gattinara che lo fece trasferire nel proprio palazzo, in via Camillo Leone, per ricomporlo.

Chiesa Santa Maria Maggiore Madonna
Un altare laterale della chiesa. Foto cittaecattedrali.it

Successivamente il marchese Dionigi, suo nipote, ne ordinò un’ultimo spostamento presso il palazzo di via Piero Lucca. La mensa dell’altare maggiore, costituita da un blocco solo in marmo bianco venato di grigio, è ora nel duomo di Vercelli nell’altare delle reliquie. Infine, l’antico pergamo di Santa Maria Maggiore si trova nel Museo Leone.

Giovanni Antonio Ranza, il tipografo giacobino

A proposito di opere e resti antichi, il Settecento vercellese annovera un illustre personaggio: Giovanni Antonio Ranza. Quest’ultimo, giacobino e tipografo, fu un illustre professore che dedicò gran parte dei suoi studi alla storia locale. Si interessò particolarmente all’antica basilica di Santa Maria Maggiore prima e dopo il suo abbattimento.

Chiesa Santa Maria Maggiore Affesco
Un affresco della chiesa di Santa Maria Maggiore. Foto cittaecattedrali.it

Ranza pubblicò una serie di fascicoli alla tipografia Patria in cui descrisse alcuni aspetti storico-artistici della chiesa. Riuscì inoltre a salvare frammenti di marmi e mosaici che conservò nella sua casa.

I Gesuiti e papa Clemente XVI

L’antica basilica di Santa Maria Maggiore divenne luogo di culto dei Gesuiti fino al 1773 quando papa Clemente XIV soppresse l’Ordine. Questa decisione interruppe anche il fervore di opere. La chiesa e il collegio passarono di proprietà dello stato sabaudo e nel frattempo caddero in progressiva decadenza. La facciata venne realizzata nel 1779.

L’orazione di San Giovanni Bosco

Bisogna però aspettare sino al 1861 per vedere il restauro ultimato ed il completamento delle decorazioni interne su progetto dell’architetto Giuseppe Locarni sotto la supervisione del conte Edoardo Arborio Mella. L’arcivescovo D’Angennes consacrò la chiesa nello stesso anno. Per l’occasione giunse in città San Giovanni Bosco, fondatore della congregazione dei Salesiani, che vi predicò l’orazione inaugurale.

La nuova chiesa di Santa Maria Maggiore

La nuova chiesa di Santa Maria Maggiore si presenta con una facciata piuttosto pesante in stile neoclassico, suddivisa da quattro lesene sormontate da un frontone. Il suo interno è a una sola navata con una vasta abside e altari ben scanditi. Questo stile è tipico della spiritualità gesuitica.

entrata della chiesa di Santa Maria Maggiore
La chiesa di Santa Maria Maggiore oggi. Foto Piemonte Oggi.it

Nella prima cappella a destra si ha un’opera della seconda metà del ‘700: l’adorazione del cuore di Gesù. L’opera infatti ritrae Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dell’Ordine dei Gesuiti, e sempre da sinistra abbiamo Santa Giovanna Francesca di Chantal e San Francesco di Sales. Nella prima cappella a sinistra vi è invece l’adorazione del bambino di Sigismondo Betti, opera della seconda metà del ‘700 dipinta su tela.

Il quadro della Madonna delle Grazie

Dietro l’altare vi è un’assunzione attribuita a Giuseppe Mazzola di Valduggia (1748-1838) mentre in sagrestia si trova un quadro della Madonna delle Grazie, pittura d’epoca romana e ornata da trapunto cinquecentesco a fiorami d’oro.

La chiesa di Santa Maria Maggiore, il luogo di culto dei Gesuiti ultima modifica: 2019-09-24T08:51:02+02:00 da Andrea Bellini

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