Il ghetto di Vercelli: la storia di un luogo di comunità

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Il ghetto di Vercelli: abitudini e storia di un luogo sacro

Sinagoga

Il ghetto di Vercelli, in pieno centro, si affaccia sulla via che conduce al Duomo di Sant’Eusebio, simbolo di Vercelli per la sua importanza storica e bellezza artistica. È bene sapere che i ghetti in Italia sono nati tra il XVI e il XIX secolo a seguito della bolla Cum nimis absurdum di papa Paolo IV del 1555. La chiusura di tali invece, avvenne nell’Ottocento come conseguenza dell’emancipazione degli ebrei italiani. Un’altra causa che portò all’abolizione delle comunità ebraiche fu la rivoluzione e occupazione francese che avvenne a fine Settecento. In Piemonte invece, dal 1848 iniziò un lento ma progressivo smantellamento a seguito dell’emancipazione dettata dallo Statuto Albertino che divenne anche legge dello Stato italiano. L’ultimo ghetto ad essere abolito fu quello di Roma nel 1870.

L’istituzione dei ghetti in Italia nel XVI secolo fu limitata al Centro-Nord d’italia. Tutto ciò portò a differenti comportamenti delle comunità come ad esempio in Piemonte o in Toscana dove gli ebrei riuscirono a ritardare, evitare l’istituzione del ghetto o addirittura limitarne gli effetti restrittivi. Alcuni ghetti furono immediatamente abbandonati, altri invece furono interessati da importanti lavori di ristrutturazione. Solo il ghetto di Venezia è rimasto integro. Ancora oggi è possibile visitare alcune abitazioni, ingressi, cortili, porte e passaggi interni segreti.

L'interno Della Sinagoga (fonte Lattes Valentini Architetti)

L’interno della Sinagoga (fonte Lattes Valentini Architetti)

Il ghetto di Vercelli

Le prime presenze di ebrei nella città di Vercelli risalgono al 1446 quando Abramo della Vigneria e il figlio Angelo aprirono un banco di prestito. Il ghetto di Vercelli è stato istituito nel 1723 con una popolazione iniziale di 158 ebrei. Ad essi si unirono presto altre famiglie in seguito all’espulsione degli ebrei da Spagna e Portogallo. Nel 1848 invece la comunità ebraica raggiunse la sua massima espansione potendo così contare su 600 membri. Secondo testimonianze e interviste, gli ebrei della comunità appartenevano a classi sociali differenti con idee politiche e religiose diverse.

Per questo motivo nel 1938 le leggi razziali del governo fascista discriminarono tutti i membri della società ebraica. Tutto ciò non fece altro che peggiorare la situazione degli ebrei a Vercelli e di conseguenza si trovarono di fronte al dilemma se rimanere in città o fuggire. Anche in questo caso le situazioni che si presentarono furono molteplici: chi riuscì a fuggire o trovò riparo nascondesi da amici o conoscenti cristiani, chi decise di combattere in maniera attiva contro il regime fascista mentre i più sfortunati sono stati vittime di arresti o deportazioni nei campi di concentramento.

Il ghetto di Vercelli: il declino

Il declino della comunità ebraica vercellese avvenne a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, quando i rastrellamenti deportarono 26 vittime nei campi di concentramento, compreso il presidente della comunità. Al ghetto di Vercelli va associato anche il cimitero di Corso Randaccio, istituito nel 1801 e ampliato nel 1914 che ospita, oltre alle numerose tombe, anche una lapide in memoria dei deportati.

Il ghetto di Vercelli ha una particolarità per quanto riguarda la vita mondana. Seppur come in una qualunque altra città sia capitato qualche episodio di intolleranza, la comunità ebraica e quella cristiana, da subito, impararono a convivere civilmente nello stesso luogo. Non a caso tantissimi cristiani frequentavano le loro botteghe e persino la bellissima Sinagoga del ghetto, mentre gli ebrei partecipavano a feste e frequentavano famiglie cristiane parlando in dialetto; nacque così una sorta di dialetto giudeo-vercellese. Quando le porte del ghetto erano chiuse invece, vi erano incontri furtivi fra membri delle due comunità grazie a passaggi segreti. Infine, vista l’ottima sintonia, cristiani ed ebrei vivevano insieme le vicissitudini economiche e politiche della città.

Particolare Della Sinagoga (fonte Lattes Valentini Architetti)

Particolare della Sinagoga (fonte Lattes Valentini Architetti)

La Sinagoga

Di altrettanto fascino è la sinagoga, visibile ancora oggi sulla via centrale dell’ex ghetto ebraico. Prima di questa era presente un piccolo oratorio inaugurato nel 1740. Nel 1848 ci si pose il problema di edificare un luogo di culto adatto alle dimensioni numeriche della comunità ebraica di Vercelli. La costruzione durò 4 anni e l’architetto Giuseppe Locarni posò la prima pietra nel 1874. Per edificare il nuovo edificio si dovette abbattere un intero isolato del ghetto, incluso il palazzo che ospitava la vecchia sinagoga. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la sinagoga attraversò un periodo di grave declino: vetri rotti, furti, muri scrostati e pericolanti. Per molti anni l’edificio restò in uno stato di completo abbandono. Nel 2003 venne restaurata e riportata al suo antico splendore diventando così un’importante meta turistica.

Descrizione della struttura

L’edificio è in stile moresco, una moda che diventò fonte di ispirazione in tutta Europa, inaugurata nel 1858 a seguito della costruzione del Leopoldstadter Tempel. L’intera facciata è caratterizzata da bande di colori alternati in pietra arenaria di color bianco e azzurro. È coronata da merlature e torrette con cupole e ai lati sono presenti due massicci torrioni, anch’essi arredati con cupole a cipolla. L’ingresso è decorato con un portico colonnato ad archi, rialzato su dei gradini, sormontato dalle tavole della legge in pietra e da un grande rosone.

L’interno invece si presenta con tre navate decorate con forme geometriche. L’imponente abside è illuminato da cinque grandi finestre e su di esso sono collocati l’aron e la tevah. Dall’ingresso tramite una scala si può accedere al matroneo che si affaccia da entrambi i lati sulla navata centrale. Vari furono gli artisti che contribuirono alle decorazioni del Tempio come i fratelli Bona per le opere in muratura, il pittore Carlo Costa e lo scultore Ercole Villa. Le vetrate colorate sono state realizzate da Michele Fornari. Da non dimenticare l’organo a canne, collocato sulla cantoria in controfacciata e costruito nel 1878 dall’organo novarese Alessandro Mentasti, attualmente in abbandono dal 2012. Lo strumento è a trasmissione meccanica con console a finestra di due tastiere con 61 note ciascuna ed è presente anche una pedaliera in legno di 20 note.

Sinagoga di Vercelli all'alba

Sinagoga di Vercelli all’alba

Il ghetto di Vercelli: abitudini e storia di un luogo sacro ultima modifica: 2018-11-23T10:30:22+01:00 da Andrea Bellini

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