L’abbandono è dappertutto infatti tra le vie di Vercelli spesso incappiamo davanti ad enormi edifici in stato di totale degrado. Ci sono luoghi belli da visitare come l’anfiteatro romano piuttosto che il Duomo, altri più inquietanti che nascondono leggende e misteri. Però la storia cambia se parliamo di ospedali abbandonati. E’ un paradosso infatti che quello che dovrebbe essere un luogo di cura, è oggi una ferita a cielo aperto della cittadina.
Sicuramente l’ex ospedale pneumologico della Bertagnetta non è l’unico esempio di abbandono ma possiamo collocarlo tra i più significativi e, purtroppo, famosi. Famoso da meritarsi anche un servizio di Striscia La Notizia nel 2011.
La Bertagnetta di Vercelli: l’ex ospedale pneumologico
Prima di raccontarvi la storia dell’ex ospedale pneumologico della Bertagnetta e ciò che esso nasconde, è bene sapere in che luogo ci troviamo e dei vari tentativi di recupero fatti dall’ASL senza successo. Lo stabile, oggi, è altamente pericoloso per le sue precarie condizioni. La Bertagnetta di Vercelli è stata costruita tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Il suo scopo era di dare speranze di guarigione alle persone affette da malattie legate all’apparato respiratorio o di curare e badare chi ci è giunto per vecchiaia. L’area scelta è molto tranquilla: vicino alle acque del Sesia alla città. L’edificio che si slancia con eleganza verso l’alto, presentava tutti i comfort disponibili di quell’epoca.
Nella prima metà del ‘900, gli ospedali erano molto meno numerosi e chi soffriva di malattie gravi si recava in strutture di questo tipo. Basti pensare che fino agli anni ’40 si moriva ancora con estrema facilità di polmonite. Le persone che passarono attraverso i corridoi della Bertagnetta furono tanti. Tanti furono anche i medici che salvarono innumerevoli vite tra cui il Dott. Antonio Mammana – mancato nel 2015 -, tisiologo vercellese di grande fama che lavorò diversi anni nell’ospedale.
Oggi la Bertagnetta è simbolo di decadenza e morte. Non rimane nulla di quel magnifico giardino con le guardiole e la fontana centrale circondata da decine di panchine per favorire la guarigione dei pazienti. Il giardino infatti era il fiore all’occhiello dell’edificio che presentava 120 posti letto, ed era strutturato su quattro piani tra cui un sotterraneo e un sottotetto, scale e ascensori laterali.
L’occulto della Bertagnetta
L’edificio è inquietante. Entrando è possibile notare tutti i corridoi che si snodano in più direzioni tra centinaia di calcinacci, finestre e porte pericolanti, stanze da cui filtra una luce scialba. L’aria che aleggia all’interno è umida e pesante. I sotterranei sono lugubri ed è ancora presente il tavolo adibito all’autopsia dei cadaveri. Sicuramente non meno inquietante l’ambiguo altare posto al centro di una stanza raggiungibile percorrendo il corridoio principale.
La Bertagnetta e il legame con l’eternit di Casale
La Bertagnetta, oltre ad essere fonte di spreco economico e atti vandalici, ha un forte legame con la città di Casale. Nel 1907 la ditta Eternit di Casale Monferrato avviò la sua attività produttiva. Verso la fine degli anni ’70 si prese coscienza della drammatica conseguenza che avrebbe portato ai dipendenti, agli abitanti ma anche a chi risiedeva a decine di chilometri dalla fabbrica.
Nel 1986, dopo una lunga crisi, la produzione di Eternit s’interrompe e quella definita capitale del cemento-amianto, assume il titolo di città ad alto rischio. Nel ’79 venne a mancare Luigi Poletti a cui venne diagnosticato un mesotelioma pleurico, il cosidetto Tumore di Casale. Luigi fu la prima vittima della catastrofe. Fino al 2008 furono 1200 i casi rilevati e 47 i comuni monferrini coinvolti. Una vera e propria strage. Ironia della sorte, negli stessi anni, venne costruito l’ospedale pneumologico della Bertagnetta di Vercelli con il tetto in amianto. Assurdo se si pensa che la struttura era specializzata in malattie dovute all’apparato respiratorio.
L’abbandono della Bertagnetta di Vercelli
L’edificio venne abbandonato nel 1990 senza alcun motivo. Vennero intraprese diverse strade per poter riutilizzare l’edificio per altri scopi grazie ai fondi ottenuti dalla Regione. La bellezza di 5 miliardi di lire. L’obiettivo era quello di trasformare l’edificio in un centro per anziani non autosufficienti perché all’epoca il progetto si rivelò essere del tutto fattibile. Arrivò lo spettro della burocrazia che fece tardare l’avvio dei lavori alla metà degli anni ’90. Nel frattempo la vegetazione iniziò a inghiottire l’edificio. Tra il 1995 e il 1996 sembra esserci una svolta: la Bertagnetta divenne per un breve periodo casa per profughi ruandesi. Questi ultimi vennero fatti trasferire in un’altra località l’anno successivo. Infine vennero fatti partire i lavori finanziati dalla Regione anni prima.
Il recupero della Bertagnetta di Vercelli: le speranze e la truffa
Non sempre il mondo è bello perché vario. Soprattutto se ci sono in ballo un’enorme quantità di soldi che sarebbero dovuti servire per la realizzazione del centro per anziani. La ditta che ha vinto l’appalto ha deciso di intascarsi il 10% d’anticipo di legge per poi darsi alla fuga. Ad oggi sono ancora visibili alcune tracce dei lavori iniziati prima che ignoti, ghiotti del denaro, ne approfittassero per farli sparire nel nulla. Il futuro dell’ospedale sarebbe dovuto essere roseo e utile alle persone bisognose ma la sua drammatica fine ha spento ogni lume di speranza.
L’ASL tenta il recupero della Bertagnetta di Vercelli
Tante promesse negli anni, tanti tavoli istituzionali organizzati tra Regione e Comune che annunciavano ogni volta dei piani di ristrutturazione. Nel 2012 l’ASL si occupò della vendita di alcune sue proprietà tra cui terreni, cascine e altri edifici nel vercellese. Il tesoretto doveva essere destinato alla ristrutturazione dell’ospedale Sant’Andrea e della Bertagnetta. “La destinazione d’uso, a differenza del passato, non è più vincolata all’utilizzo sanitario”, specifica l’ASL. Ad oggi è impensabile che dalle macerie possa nascere una nuova struttura soprattutto perché, considerando il progressivo deterioramento, le spese aumentano sempre più. Bisognerà inoltre effettuare una nuova perizia per scoprire il vero valore dell’edificio ed eventuali bonifiche del terreno.
Fantasmi e misteri
Ciò che si narra sulla Bertagnetta di Vercelli non sono tipiche storielle di ragazzini che entrando nell’ex ospedale hanno raccontato di aver udito suoni e rumori strani provenire dai corridoi. Qualcuno addirittura ha detto di aver avuto esperienze paranormali come apparizioni di defunti, sogni premonitori, sedute spiritiche finite male. E’ considerata uno dei luoghi più inquietanti di Vercelli. Si tramandano diverse leggende tra cui fantasmi che toccano i visitatori o parlano. I ragazzi del blog La maletita feliz hanno visitato in ogni angolo dell’edificio e le registrazioni hanno segnalato diverse anomalie tra cui una donna che urla e un bambino che piange. Come testimoniano molti video, è possibile osservare come l’apposito strumento percepisce le presenze. Nei sotterranei è stato registrato anche un martello battere su dei chiodi.
Purtroppo, ad oggi, l’edificio non sembra essere recuperabile malgrado strutturalmente si ancora stabile. Recuperarlo richiederà un notevole sforzo economico considerandone le condizioni. I vandali e la natura non hanno di certo aiutato. Dell’ex bellissimo ospedale pneumologico non rimane nulla se non un edificio – ancora con il tetto in eternit – che si sgretola sempre più giorno dopo giorno.