È arrivato il periodo del Carnevale e anche in Piemonte ne abbiamo di memorabili. Soprattutto storici e peculiari! Oltre alle maschere, simbolo non solo della festa più allegra dell’anno, ma anche della città e del rione di appartenenza, ci sono le manifestazioni.
Una di quelle che viene in mente ai più quando si parla di Carnevale in Piemonte è quella di Ivrea, con la sentita e combattuta battaglia delle arance. Avvenimento che attira centinaia e centinaia di persone ogni anno. Quali sono gli altri? Vediamoli insieme!
Il Carnevale in Piemonte racchiude storicità e simbolismo
Dietro al Carnevale delle città piemontesi c’è una storia di grande importanza. Ne è un esempio il Carnevale di Ivrea, con la famosa battaglia delle arance. Le sue radici affondano nel Medioevo, un evento festoso in cui storia e leggenda si intrecciano per celebrare la propria capacità di autodeterminazione.
Con il Carnevale, infatti, gli eporediesi ricordano un episodio di affrancamento dalla tirannide di medievale memoria. È un Carnevale che si caratterizza per un complesso cerimoniale che attinge a diverse epoche storiche fino a culminare nel Corteo Storico. La famosissima battaglia delle arance si svolge per tre giorni nelle principali piazze cittadine.
Altro carnevale storico è quello di Santhià. È il Carnevale più antico del Piemonte, le cui origini risalgono al 1300. Il Tempore Carnevalis, cioè la durata della festa, dura dal giorno dell’epifania fino al Mercoledì delle Ceneri. Ricco di simbolismo e tradizione, è scandito da riti e cerimonie importanti.
Nello specifico: Pule e Còngreghe, la Bissa e i Curantun, le Sveglie Antelucane, la Fagiolata Colossale, i Corsi Mascherati, i Gironi Infernali, il Rogo del Babaciu, la Sfilata dei Maiali, la Benedizione dei Fagioli e Majutin e Stevulin padrun dal Carvè. Queste cerimonie sono conosciute con il nome dialettale di Tradisiun, ossia “tradizione”.
Tra maschere, dolci, sfilate e carri
Non meno importanti sono le manifestazioni di Carnevale delle altre città. Soprattutto, non meno coinvolgenti. Il Carnevalone di Chivasso ha circa seicento anni d’età; nel corso del tempo si è evoluto e modificato. Al giorno d’oggi, infatti, coinvolge carri allegorici, maschere e bande provenienti da tutta Europa. Allegria e aria di festa non mancano nemmeno nel capoluogo di regione: Torino. Simbolo del Carlevè ed Turin è il Gianduja. Nato come burattino, è diventato simbolo della festa e promotore nel 1866 del famoso cioccolatino piemontese.
Centenario è anche il Carnevale di Borgosesia. Le sue maschere sono nate ufficialmente nella seconda metà dell’Ottocento. Nel 1855, il fantoccio genericamente chiamato “Carnevale” venne battezzato Peru Magunella. A cavallo tra Settecento e Ottocento, il carnevale arriva anche a Vercelli. Bicciolano e Bela Majin, le maschere del Carvè d‘Versej, cambiano negli anni, ma le tradizioni restano.
Così non mancano, anche nella nostra città, fagiolate, sfilate, carri e maschere. Simboli del Carnevale vercellese, infatti, sono anche le maschere di ogni rione cittadino. Dal Gioebi di Capusin alla Lavandera del rione Cervetto, senza dimenticare quelle dei paesi limitrofi, come ad esempio Pinutin e Pinutina, Asianot e Asianota e tanti, tanti altri.
(Immagine in evidenza: Foto di McZerrill)