Cioccolatini piemontesi da mettere nella calza della Befana – itVercelli

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Cioccolatini piemontesi da mettere nella calza della Befana

Cioccolatini Piemontesi

La Befana vien di notte e si avvicina la data della sua visita; perché non scegliere, tra i tanti dolci, i cioccolatini piemontesi da regalare? Che siano in eleganti e pratiche confezioni o sfusi a riempire le “calze” della Befana, fanno il loro figurone, soprattutto per il gusto peculiare e godereccio che hanno e che regalano al palato. Una leccornia da leccarsi i baffi, che accontenta tutti i gusti. Infatti ci sono quelli apprezzati anche dai bambini e quelli per i più grandicelli, come quelli ripieni di rum. C’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Il Gianduiotto, il lingotto dorato

Il primo, immancabile, cioccolatino piemontese è quello che è considerato il re di questa gastronomia dolciaria: il gianduiotto. Cioccolatino simbolo del Piemonte, quello che viene subito in mente quando si pensa a questa regione italiana. Una golosità dolciaria dall’origine centenaria: era il 1866 quando, durante il carnevale, la maschera piemontese Gianduja lanciava il cioccolatino alla folla festante.

Gianduiotto, re dei cioccolatini piemontesi
Clop [Public domain], via Wikimedia Commons

Il primo cioccolatino incartato singolarmente, nel suo simbolico involucro dorato. E ancora oggi, da quei tempi di un Piemonte ormai lontano e remoto, è apprezzato e gustato da tutti. Oltre che conosciuto ormai in tutta la penisola italiana.

I Cremini, i cioccolatini piemontesi di gianduia e nocciole

I bambini cresciuti negli anni Ottanta e Novanta se li ricordano per aver visto Bim Bum Bam, dove Uan si rimpinzava di questi cioccolatini piemontesi. I cremini sono a forma di cubo, composti a strati. Uno strato di gianduia, un ripieno di nocciole (che negli anni ha visto modificarsi anche in ripieno al limone e caffè) e un altro strato di gianduia. Anche questi cioccolatini sono incartati singolarmente, proprio come i loro “cugini” gianduiotti. Nato nel 1858 dalla mano di Ferdinando Baratti, ha come protagonista la famosa nocciola “tonda e gentile del Piemonte”, già impiegata nella lavorazione del più famoso cioccolatino “piramidale” citato poc’anzi.

Il 1911 vede la nascita di un nuovo tipo di cremino: il Cremino “Fiat”. La casa automobilistica torinese lanciò un concorso in occasione del lancio sul mercato del nuovo modello Tipo 4. Il concorso fu vinto dalla Majani di Bologna, che realizzò un cremino con quattro strati invece di tre, gli strati scuri composti da cioccolato gianduia e quelli chiari da cioccolato con pasta di mandorle.

Cuneesi al rum, amato da Hemingway

Negli anni Cinquanta, lo scrittore americano Ernest Hemingway era a passeggio per le vie di Cuneo. Su consiglio dell’editore Arnoldo Mondadori, si recò alla pasticceria Arione, nota per la produzione dei suoi ottimi “cuneesi al rum”, che “avrebbero fatto tanto felice Mary”, sua moglie. I coniugi americani erano in vacanza a Nizza quando fecero questa breve sosta nel capoluogo piemontese. Era l’8 maggio 1954. Nel 2019. i cuneesi al rum sono ancora tra i cioccolatini più acquistati e, soprattutto, rinomati.

Una particolarità dolciaria per chi cerca un gusto più deciso, dato dal liquore. Pietro Galletti, pasticciere di Dronero (Cuneo), voleva inventare un dolce di cioccolata al sapore di liquore. Dopo svariati tentativi, nacquero i cuneesi: cioccolatini formati da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum. Il tutto rivestito da uno strato sempre di cioccolato fondente.

I Crì-Crì, i cioccolatini tanto amato dai bambini piemontesi

I bambini piemontesi li conoscono bene. La particolarità di questo cioccolatino la si vede già dall’involucro: di carta stagnola colorata, dai bordi sfrangiati e arrotolata alle estremità. Una delizia per gli occhi, certamente, ma una volta scartato lo è anche per il palato. Di forma tonda, è costituito da una nocciola, ricoperta di cioccolato e a sua volta ricoperta di codette di zucchero bianco. Fino ai primi anni Ottanta le codette di zucchero erano colorate

Anche la storia del Crì-Crì è centenaria: nasce a Torino, più precisamente a Torre Pellice, nel 1886 da un’idea del confettiere Giuseppe Morè. La sua ricetta è rimasta inalterata fino ai giorni nostri. I Cri-cri sono classificati come prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Piemonte, così come i Gianduiotti.

Cioccolatini piemontesi da mettere nella calza della Befana ultima modifica: 2019-12-31T09:10:27+01:00 da Stefania Filice

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