La vita di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, sembra quella di una eroina dei romanzi classici. Avventura, amore, intrighi, nobiltà, non manca proprio niente. Cosa ha a che fare la contessa di Castiglione con il Piemonte? Molto, moltissimo, a partire dalla parentela con un personaggio storico fondamentale della nostra bellissima regione, fino al matrimonio. Virginia Oldoini, proveniente da Firenze, si è rivelata essere una figura legata al Piemonte e, ancora oggi, nel 2021, fa parlare di sé suo malgrado. È interessante vedere come e perché!
Dalla Toscana al Piemonte, così Virginia Oldoini diventa la contessa di Castiglione
Nacque da genitori provenienti da La Spezia e Firenze nel 1837, Virginia Oldoini era cugina di Camillo Benso, conte di Cavour. Un’infanzia infelice e distante dai genitori, in particolar modo dal padre. Fu infatti il nonno Ranieri a crescerla. E crebbe irrequieta, Virginia, bella e consapevole di esserlo. Questa consapevolezza la portò a immergersi passionalmente in storie galanti, che, insieme al suo essere ambizioso e intelligente, fece sì che si sposasse a diciassette anni con Francesco Verasis Asinari, conte di Costigliole d’Asti e Castiglione Tinella. I due ebbero un figlio, erede del titolo.
Quella con il marito non fu l’unica relazione avuta. Emblematico e memorabile fu l’aneddoto secondo cui il padre trovò dei biglietti sconvenienti e la portò in convento. Una permanenza durata soltanto una settimana: le monache la “rispedirono” a casa. E proprio questa sua intraprendenza, questo suo fascino, questo suo amore per le avventure romantiche convinsero il cugino Camillo a utilizzarla per scopi politici.
Nel 1855, Camillo Benso inviò la contessa di Castiglione in missione alla corte francese di Napoleone III. Lo scopo era quello di perorare l’alleanza franco-piemontese. E in che modo se non attraverso intrighi e giochi di seduzione? Venne ospitata nel lusso e nello sfarzo e, per almeno un anno, fu l’amante dell’imperatore. Scandalo e invidie non mancarono, come non tardò a scatenarsi anche la furia dell’imperatrice Eugenia.
Missione compiuta!
Il conte di Cavour ci vide giusto e la contessa di Castiglione portò a termine la missione. I francesi diedero il loro appoggio alla partecipazione del Regno di Sardegna alla Guerra di Crimea. Se sul piano politico Virginia Oldoini ebbe successo, su quello matrimoniale fu un fallimento. I continui tradimenti di lei e i suoi vizi portarono il marito sul lastrico, nonostante lui continuasse ad amarla.
E dopo essere finito sul lastrico, Francesco Verasis trovò anche la morte. La contessa di Castiglione non finì in miseria grazie alle ricchezze accumulate, ma era incapace di vivere serena e di accettare lo scorrere del tempo. Si rinchiuse in una sua residenza parigina e in se stessa, diventando sempre più sola e ipocondriaca. Morì nel 1899, dopo essere anche stata sfrattata dal suo prestigioso appartamento.
La lapide ritrovata dopo vent’anni
La lapide della contessa di Castiglione affrontò una vera e propria odissea. Tutto iniziò nel 1999, quando venne portata a Torino in occasione del centenario della sua morte. La lapide era tra i reperti della liquidazione del vecchio Premio Grinzane Cavour. Giuliano Soria, linguista e docente italiano di Costigliole d’Asti, la portò via dal cimitero Père-Lachaise (Parigi) nel 1999, sostituendola con una copia. Soria doveva provvedere a proprie spese al restauro.
Una volta arrivata a Torino, non fu però possibile restaurarla, perché l’uomo morì nel 2019 ed era implicato in gravi vicende giudiziarie. La sua istituzione fu messa in liquidazione. La sua triste avventura la vide abbandonata nel deposito di un’impresa edilizia che, però, cessò la propria attività. E qui arriva la Fondazione Cavour, che ha ritrovato la lapide della tomba della contessa Virginia. Al momento, è conservata nel parco di Santena, a Torino.
Immagine in evidenza: Michele Gordigiani