Le origini di Vercelli sono antichissime: si crede sia stata fondata dai Celti per poi essere ribattezzata dai Romani. Da Wehr-Celt a Vercellae. Dopo un lungo processo di romanizzazione terminato nel 49 a.C, la città del riso sboccia in tutto il suo splendore. Nessuno meglio di Quinto Vibio Crispo ha potuto godersi gli anni d’oro della cittadina. Gli storici infatti l’hanno ribattezzato come il vercellese più ricco di sempre.
Nei primi due secoli il centro urbano raggiunge la sua massima espansione e la fioritura prosegue ininterrottamente. Il declino e la grande crisi bussa alla porta tra il III e IV secolo in concomitanza col crollo dell‘Impero Romano.
Nasce un predestinato: Quinto Vibio Crispo
Nasce a Vercelli tra il 12-13 a.C da una famiglia umile e modesta. Come racconta Tacito in una sua opera, Lucio Giunio Quinto Vibio Crispo sfrutta tutto il suo genio e intelletto per costruirsi una vita politica di tutto rispetto. La prima svolta avvenie quando si reca a Roma al tempo di Tiberio, Caligola e Claudio. Successivamente diventa consul suffectus durante l’operato dell’Imperatore Nerone mentre nel ’68 d.C è nominato curator acquarum. Quest’ultima è una delle più alte cariche politiche che conferisce la totale gestione degli acquedotti pubblici.
Il potere di Quinto Vibio Crispo crescee ulteriormente sotto Vespasiano. Tra il 66 e il 74 d.C scoppia la guerra in Giudea dove è deposto Nerone dopo un conflitto. In seguito è Vespasiano a imporsi assicurando a Roma un governo stabile.
L’ascesa di Vibio Quinto grazie a Vespasiano
Quinto ricopre spesso il ruolo di mediatore tra l’Imperatore ed il Senato. Diventa anche Proconsole d’Africa tra il 72 e 75 d.C. e due anni più tardi è nominato Legato dell’Imperatore per la riscossione delle imposte in tutta la Spagna. Nell’83 d.C ottenie il suo terzo e ultimo consolato.
L’enorme successo di Quinto Vibio Crispo supera i confini vercellesi. Le sue imprese sono riconosciute da Tacito che nell’opera Dialogus de oratoribus ne descrive le sue grandi qualità. Secondo gli storici, Quinto muore con più di ottant’anni sulle spalle, un traguardo notevole. Inoltre si crede che nell’arco della sua vita abbia accumulato trecento milioni di sesterzi. Una cifra da record.
La citazione di Tacito nell’opera “Dialogus de oratoribus”
Come abbiamo detto, Quinto Vibio Crispo è stato un personaggio di rilievo nei tempi di Vespasiano e di Nerone. Il suo genio è stato citato nell’opera di Tacito, Dialogus de oratoribus” in cui esalta le sue qualità.
“Quanto è più bassa e spregiata la loro origine e quanto più sono notorie la povertà e le ristrettezze che li hanno circondati sul nascere, tanto più costituiscono un esempio di luminosa evidenza, valido a dimostrare i vantaggi pratici offerti dall’eloquenza del vero oratore”. Vibio Crispo viene descritto come un uomo intelligente e dotato di grande eloquenza. Per questi motivi, oltre che per la sua esagerata ricchezza, rimarrà negli annali della storia dell’antica Vercelli e in quella dell’Impero Romano.