Barolo: un paese, un vino e un festival internazionale - itVercelli

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FESTE E SAGRE ITINERARI

Barolo: un paese, un vino e un festival internazionale

Barolo, il paese

Barolo è tante cose: un paese, un vino e un festival internazionale. Si trova in provincia di Cuneo. È adagiato su una specie di altopiano a forma di sperone, protetto dai rilievi circostanti disposti a guisa d’anfiteatro. Il suo vino è stato definito, negli ultimi anni, “Il re dei vini, il vino dei re”. Il suo festival ‘Collisioni‘ è cresciuto anno dopo anno e ospita grandi nomi della musica e della letteratura. Davvero tanti elementi importanti per un paese piemontese di circa settecento abitanti!

veduta panoramica di barolo
Una veduta aerea del borgo di Barolo, nelle Langhe. Foto: e-borghi

Barolo, dall’Alto-Medioevo ad oggi

Non c’è una data certa che segna la nascita di Barolo, ma quel che si sa è che la zona fosse frequentata da varie tribù celto-liguri. Fu poi il momento dei romani, ma pare che il primo vero e proprio insediamento effettivo fosse di origine barbarica e che risalisse all’Alto-Medioevo. Durante il regno di Carlo Magno, Barolo fece parte della contea di Alba prima e della marca di Torino poi. In questo periodo, per difendersi dalle scorrerie saracene, che duravano già da un secolo, venne eretto il nucleo originario del castello. Ci fu un continuo di passaggi di mano per quanto concerne gli insediamenti. Le acquisizioni e le spartizioni dei territori erano all’ordine del giorno.

il castello di Barolo in piemonte
Il castello di Barolo. Foto: bandierearancioni.it

Tutto terminò con l’insediarsi di una famiglia della nascente borghesia e priva di lignaggio nobile: i Falletti, banchieri che nel 1250 acquisirono gli interi possedimenti di Barolo dal comune di Alba. La potenza economica di questa famiglia consentì loro di controllare fino a una cinquantina di piemontesi e, nel 1486, Barolo entrò a far parte dello Stato Monferrino. Per quanto riguarda il nome di Barolo, la sua storia risale al XIII secolo. Da contea, nel 1730 divenne marchesato. Nel 1200 il paese è citato nel “Rigestum Comunis Albe” con il nome di Villa Barogly. Nel 1600, invece, compare con due nomi: Barrolo e Barollo.

il paese di Barolo visto dall'alto
Veduta aerea del castello Falletti di Barolo. Foto: icastelli.it

“Il vino dei re, il re dei vini”

Il vitigno da cui si produce il Barolo
Uva da cui nasce il Barolo. Foto: bandierearancioni.it

La storia vinicola di Barolo è strettamente legata alla famiglia Falletti, in particolar modo all’ultima marchesa Falletti: Juliette Colbert, francese e pronipote del ministro del Re Sole. Donna di grande cultura e intelligenza, influenzò la vita politica e intellettuale per ben cinquant’anni e fu anche una innovatrice in campo enologico. Quando morì, lasciò tutto il suo patrimonio all’Opera Pia Barolo. Da quel momento, Barolo e la sua viticoltura vissero momenti di alti e bassi. L’abbandono delle campagne, l’esodo nelle città, le guerre caratterizzano i periodi critici. Recentemente, però, c’è stato un ritorno alla campagna e sempre più giovani stanno scegliendo di intraprendere il mestiere del viticoltore. Incisiva è anche la presenza della Scuola Enologica di Alba.

I vigneti nelle Langhe
Alcuni vigneti intorno a Barolo. Foto: blublazer.it

Gli alti e bassi, comunque, non hanno mai fatto sì che si mettesse in discussione la bontà e la qualità del vino Barolo, ormai famoso non solo in tutta Italia, ma anche nel mondo. E il vino, a Barolo, si respira in ogni angolo, in ogni vicolo e vicoletto. Barolo è diventata la meta di un pellegrinaggio che rende omaggio a questo vino rosso di denominazione di origine controllata e garantita. Il vitigno con cui è consentito produrlo è il Nebbiolo 100% e deve corrispondere a requisiti essenziali che riguardano l’altitudine, l’esposizione, la giacitura e il tipo di terreno. Di colore rosso granato con riflessi aranciati, al naso si presenta intenso e persistente, ovvero con un patrimonio olfattivo eccezionalmente complesso, che tende a prediligere, a seconda dello stato evolutivo, note fruttate e floreali come viola e vaniglia o note terziarie come goudron e spezie.

Una bottiglia di buon Barolo
Barolo: il vino dei re, il re dei vini. Foto: bandierearancioni.it

Collisioni Festival, letteratura, musica e vino

Barolo Erri De Luca a Collisioni
Lo scrittore Erri De Luca al Collisioni Festival di Barolo. Foto: Collisioni Festival

Le Langhe, le zone così suggestivamente descritte da Beppe Fenoglio, non potevano non ospitare un festival che, anno dopo anno, ha acquisito meritatamente sempre più importanza e affluenza. Letteratura, musica e vino sono i protagonisti del Collisioni Festival, ideato nel 2009 da un team artisti formato da giornalisti e scrittori italiani. Lo scopo del team era quello di trovare una formula capace di parlare alle nuove generazioni e ad abbattere gli steccati tra i diversi linguaggi artistici. Collaborano volontariamente quattrocento ragazzi dal Piemonte e da tutta Italia. Preparano interviste, fanno radio web, video e organizzano concerti di musica emergente.

 Caparezza in concerto al Collisioni Festival
Caparezza in concerto al Collisioni di Barolo

Ogni anno Collisioni ospita scrittori e musicisti italiani ed internazionali. Tante sono le penne famose che hanno interagito con il pubblico di appassionati, tra i tanti: Paul Auster, Alessandro Baricco, Jonathan Coe, Dave Eggers, Joyce Carol Oates, John Irving e Chuck Palahniuk. E anche per la musica, i nomi sono memorabili: Bob Dylan, Placebo, Patti Smith, Jamiroquai, Max Gazzè, Thirty Seconds to Mars e Tom York. Insomma, il Festival Agrirock di Barolo è un capolavoro piemontese aperto all’internazionalità! Un evento che non ha nulla da invidiare a quelli più famosi e ricercati d’Europa.

Barolo: un paese, un vino e un festival internazionale ultima modifica: 2019-08-06T08:55:33+02:00 da Stefania Filice

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