Marcello Prestinari: un'intera vita dedicata alla guerra

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STORIA

Marcello Prestinari: il vecchio soldato e la sua vita per la guerra

Guerra Italo Turca

Marcello Prestinari nacque a Casalino, un paesino nelle campagne vercellesi. Avviato nel settore agricolo, abbandonò la vita dei campi per quella delle armi per il quale si sentiva irresistibilmente attratto. Riuniva in sé le più belle virtù del soldato e del cittadino: grintoso, coraggioso, imperturbabile serenità nei pericolo e grande senso del dovere. Lasciò la vita da soldato per i limiti di età e profuse nelle opere di pace la sua severa rettitudine. Prestinari era dotato di elevato patriottismo e generoso altruismo che per lui furono norma costante di ogni atto. Nel 1897 venne nominato sottotenente. L’avvio della sua carriera di ufficiale fu difficile: nei primi vent’anni infatti, non riuscì a mettere in mostra le sue straordinarie doti di soldato.

1887, Marcello Prestinari in guerra in Africa

Vennero le guerre d’Africa e Prestinari su unì all’Italia meridionale per combattere il brigantaggio. A Massaua, nel 1887, il capitano Prestinari si distinse per atto di personale coraggio meritandosi la medaglia d’argento al valor civile. Ritornato in patria, uccise un nemico che aveva sparato a morte al comandante. Conquista così la medaglia d’argento al valor militare. La vita di guarnigione non faceva ormai più per lui. L’Eritrea lasciò nel suo animo un forte senso di nostalgia, sopraggiunta dagli avvenimenti guerreschi che si stavano svolgendo. Chiese ed ottenne di ritornarvi.

Artiglieria in movimento

A Coatit, il 13 e 14 gennaio del 1895, seppe meritarsi una seconda medaglia d’argento al valor militare. Al comando di una compagnia di ascari del battaglione Toselli, difese strenuamente una posizione d’ala contro la quale i Tigrini di Mangascià si erano accaniti. Promosso maggiore, guidò il Battaglione Cacciatori tra Macallé e Ascianghi in una difficile operazione. L’Eritrea fu invasa dall’esercito del Negus e a Marcello Prestinari gli fu affidato il comando del forte di Adigrat, sito importante al confine meridionale della colonia. In breve tempo seppe organizzarsi resistendo a denti stretti. La sua grande azione gli valse il titolo di cavaliere dell’Ordine di Savoia.

Da Adrigat alla prima guerra mondiale

Durante la guerra, scrisse al Paese il noto messaggio: “La Patria non si preoccupi di noi; faremo sino all’ultimo il nostro dovere”. Poiché il suo obiettivo era quello di rimanere saldi e resistere, nonostante le precarie condizioni dell’esercito in quanto molti soldati erano impossibilitati a causa dell ferite, il Negus sostò qualche tempo nei pressi del forte. I nemici non se la sentirono di attaccare perché consapevoli della resistenza che vi avrebbero trovato. Il forte venne liberato dal Generale Baldissera il 4 maggio del 1896. Scoppia la guerra mondiale e il generale è a riposo a Torino. Sebbene pesassero settant’anni sulle sue spalle, non volle saperne di far da spettatore alla guerra. Nel 1915 gli fu affidato il comando della brigata Etna che sull’altopiano di Asiago, riuscì a portare in prima linea. L’energia e l’abilità che aveva dimostrato, lo fecero trasferire al comando di una Brigata attiva.

Guerra

Fonte: Panorama. Soldati nella Grande Guerra

“Comandante di una Brigata di Milizia Territoriale in riserva sull’altipiano di Asiago, assunse con giovanile entusiasmo il comando di altra Brigata dell esercito permanente già impegnata in prima linea e guidandone animosamente all’attacco i reggimenti, incontrò bella morte chiudendo con mirabile esempio di illuminato ardimento una esistenza tutta contesta di episodi di valor militare”.

– Regione Monte Portecche, 10 giugno 1916.

La morte ‘azzardata’ di Asiago

L’8 e il 10 giugno del 1916 sull’Etna tra Monte di Val Bella e Col del Rosso, località contrastate, respinse ripetutamente gli attacchi dei nemici che tentarono di farsi strada su Bassano. Nonostante l’età, Prestinari si rivelò ancora quel campione di Adigrat. Durante un difficile scontro, si portò in prima linea, nel punto più avanzato della linea di fuoco, per osservare e decidere, dando ai suoi soldati l’esempio del suo sereno coraggio.

Fonte: arsbellica. Soldati in Libia

La “bella morte” lo colse di fronte al nemico, nel fragore della battaglia ad Asiago: proprio come egli desiderava. Si spense serenamente, soddisfatto che gli austriaci non fossero passati. Il giorno della sua morte fece fucilare otto soldati della brigata Etna colpevoli di sbandamento. Secondo l’Almanacco Socialista Italiano, le pallottole che lo colpirono alla gola potrebbero essere state sparate dagli stessi militari della brigata per vendicarne i compagni.

Un canto per Prestinari

Marcello Prestinari è ricordato anche per il suo carattere particolare. Carismatico, altruista, rigido e coraggioso. Il suo nome viene ricordato ancora oggi in alcuni proverbi popolari eritrei. Di seguito un canto tradizionale.

“Il Maggiore Prestinari è l’arca dove sono racchiuse la fede e la sentenza,
Il Regno d’Italia è largo come il cielo senza fine,
Lo Scioà e il Tembien a sentire il nome del Maggiore Prestinari hanno tremato e lo temono come il fulmine,
Lui dà la consolazione agli angustiati,
Lui può circondare il suo territorio con cannoni e nessuno può toccarlo,
Prestinari è il sole, è il vestimento degli ignudi, il Maggiore Prestinari è la luce per tutti e vista per i ciechi,
Io sono venuto e dopo Dio, lui è mio padre e mia madre.”

Marcello Prestinari: il vecchio soldato e la sua vita per la guerra ultima modifica: 2019-04-26T15:00:29+02:00 da Andrea Bellini

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